Se Niki Caro è stata etichettata di "regista femminista" per quest'opera multi-premiata, in realtà la sua critica della società patriarcale Maori va al di là del semplice femminismo. Infatti anche il padre di Pai, primogenito del fiero Koro, si batte per uscire da un sistema sociale chiuso. Il suo rifiuto di impersonare il capo carismatico, come vorrebbe suo padre, lo avvicina a Pai, da cui si è allontanato per il lavoro, ma anche per sfuggire a una famiglia prigioniera di una tradizione troppo rigida.
Esteticamente il film è fatto bene, con un finale stupendo e commovente. Senza dubbio un bel racconto di una vocazione che si concretizza al di là della logica della comunità di appartenenza. Può stimolare il dialogo sulle nostre scelte, in particolare sul coraggio che abbiamo o meno di rispondere alle piccole e grandi chiamate della vita.
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P.S. Quattro anni dopo "La Ragazza delle Balene", Keisha Castle-Hughes (Pai) ha interpretato Maria nel film Nativity.
La ragazza delle balene
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Paï, l'élue d'un peuple nouveau
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