Walter, professore d'economia sulla sessantina, arriva a New York per fare una conferenza all'università. Nel suo appartamento, non utilizzato da tempo, trova una coppia di immigrati clandestini – Tarek e Zainab – messi li da un "intermediario" senza scrupoli. Walter accetta la convivenza e i rapporti diventano cordiali, poi calorosi, grazie anche al talento di percussionista di Tarek. Il professore aveva cercato per anni di imparare il pianoforte – passione trasmessagli dalla moglie defunta – ma senza successo. Il rapporto con la musica "immigrata" scioglie poco a poco la sua corazza. Quando Tarek è arrestato dopo un banale controllo di polizia, viene messo in un centro di detenzione in attesa dell'espulsione. Walter si batte allora contro la stupidità della burocrazia statunitense.
I cambiamento degli stati d'animo di Walter, la sua apertura al "diverso" e all'inatteso, sono resi allo schermo da un attore formidabile. Questi elementi si prestano a un dibattito sui pregiudizi che abbiamo verso tutti i "diversi" - immigrati in particolare - e sull'accoglienza che sappiamo loro offrire.