[Rise of the Planet of the Apes]
"Quelli che fanno le boccacce agli scimpanzé ci rivelano ciò che sono ben più di quello che dovrebbero" (Roger Ebert). Mi aspettavo un film banalmente d'evasione, con grandi effetti speciali e zuffe hollywoodiane tra uomini e animali. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'intelligenza della trama che, pur con alcune banalità, offre ottimi spunti per un dibattito.
Un’ingegnere genetico lavora alacremente a un farmaco rivoluzionario in grado di curare il morbo di Alzheimer. I test vengono effettuati su degli scimpanzé. Dopo un pericoloso incidente lo scienziato si ritrova a dover accudire Caesar, un cucciolo a cui è stata uccisa la madre in laboratorio. Lo scimpanzé, modificato geneticamente via la madre, è dotato di un’intelligenza vicina a quella dell'uomo e diventa molto superiore ai suoi simili. Quando l’animale viene allontanato dal suo amico, la sua fiducia negli umani decade totalmente. Diventa allora il leader per una spettacolare ribellione nei confronti della razza dominante.
Il film si presta a essere utilizzato anche con un pubblico "difficile", magari dipendente dalla cultura hollywwodiana. I temi trattati sono di grande attualità : i limiti etici della manipolazione genetica, il posto della scienza e della tecnologia nella nostra vita, l'armonia tra esseri umani e mondo animale, il rispetto della vecchiaia e della fase finale della vita umana.
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