Da quello che avevo letto della critica e dalla visione del trailer non mi aspettavo un film così violento e drammatico. Nonostante questo, con le dovute cautele, mi sembra un'ottima pellicola per un dibattito con i giovani. La storia è semplice: tre giovani acquistano dei superpoteri a contatto con degli enormi cristalli trovati in un buco sotterraneo. Anche se cercano di darsi delle regole su come gestire la psicocinesi (o telecinesi) che stanno sviluppando e imparando a usare, uno di loro perde pian piano il controllo di sé. Andrew è vittima di vari problemi sopportati particolarmente male dagli adolescenti : un padre ubriacone e violento, una madre malata in fin di vita, un quartiere difficile dove non ha amici, vari episodi di bullismo a scuola. E se dapprima la metamorfosi dovuta ai superpoteri sembra liberatrice, "un'aggancio" frettoloso e goffo con una ragazza diventa lo scoglio su cui inizia il naufragio. Matt e Steve - che condividono con lui i superpoteri - cercano di essergli vicini, ma non sanno cosa sia un'amicizia vera, fatta di ascolto e comprensione.
Una delle grandi qualità del film è il realismo con cui trasmette il malessere adolescenziale. Le riprese in soggettiva ci "incollano" alla pelle dei personaggi, grazie alla telecamera con cui Andrew ha deciso di filmare tutto quello che gli succede durante il giorno. Il punto di vista è senz'altro uno degli argomenti da trattare in un cineforum. Mi sembrerebbe utile abbordare anche il passaggio all'età adulta, dove gli amici (o l'assenza di amici) rappresentano un ruolo determinante. I superpoteri possono poi essere letti come una metafora di vari aspetti della vita. Dai 16 anni in su.