Con "Un Racconto Cinese" il regista Sebastián Borensztein realizza una spassosa favola moderna in cui humor, poesia e dramma esistenziale si articolano a meraviglia. Roberto (il grandissimo attore Ricardo Darín), burbero ferramenta solitario sulla cinquantina, si ritrova a dover accudire un giovane cinese che non parla una parola di spagnolo. Le situazioni comiche - a tratti surrealiste - portano a tessere un rapporto sempre più vero e profondo tra i due uomini. E pian piano fanno venire a galla i drammi reciproci che li hanno condotti a chiudersi e indurirsi uno, a scappare dal paese natale l'altro. Certo, si tratta di una favola, con coincidenze inspiegabili. Ma lo scherzare sui casi della vita del film ci aiuta a riflettere seriamente sulla nostra esistenza personale e su quelle ferite - piccole a grandi - che possono irrigidire noi o qualcuno che ci sta vicino.
Un cuento chino è anche un racconto di speranza: dietro l'angolo del percorso di ciascuno può esserci l'incontro che cambierà la nostra vita. Questo film ci può insegnare che, come ha fatto Roberto, è importante accettare che nella vita qualcosa può andare diversamente da come l'avevamo programmato. E come sia importante restare aperti al "diverso" - in questo caso un'immigrato spaesato. Dai 16 anni in su, con un paio di brevi scene che non sono proprio per tutti...