Joseph e Yacine devono sormontare pregiudizi millenari, accompagnati da genitori che alternano slanci d'apertura e rifiuti categorici.
La regista francese Lorraine Lévy, seppure con una punta di femminismo, riesce a parlare di drammi terribili attraverso la storia di persone comuni. I fatti che accadono loro, piccoli ma eccezionali, descrivono meglio di tante analisi politiche l'essenza dei problemi di quella gente.
La scoperta della propria identità originaria è un colpo destinato a scombinare le carte degli affetti, dei pregiudizi e delle convinzioni, ma anche a generare inevitabili domande sul destino, sulla determinazione “naturale” e sulla libertà. (i Sentieri del Cinema).
Dai 16 anni in su.
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