[The Mill and the Cross]
Partendo dal dipinto Salita al Calvario (Vienna, Kunsthistorisches Museum) del pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio, il regista polacco Lech Majewski ha realizzato un film di un grande interesse estetico. Ribattezzato per il cinema "Il Mulino e la Croce" il quadro (realizzato nel 1564) racconta un giorno di vita ordinaria delle Fiandre del XVI secolo. Sono quindi rappresentati umili mestieri, ricchi commercianti, ecclesiastici dubbiosi, donne occupate nelle faccende di casa, bambini, e poi le temute scorribande dei dominatori spagnoli a caccia di eretici. Il dolore "ordinario" del popolo dell'epoca prende una dimensione particolare con una crocifissione che "nessuno guarda". Dio è il Grande Mugnaio, il padrone del mulino che, sullo sfondo, sovrasta quel caos dall’alto di un picco roccioso. Intanto tutti mangiano il suo pane, che sostiene la vita determinandone il destino (sentieriselvaggi). Gli effetti speciali - quasi omnipresenti - sono realizzati con una tale maestria che spesso si "fondono" nel paesaggio che trasformano, facendosi dimenticare. La ricostruzione della società dell'epoca, con le sue atmosfere alla volta incantate e spietate, ricorda il modo di procedere di Tarkovskij per il suo Andrej Rublëv.
Un ottimo film per dialogare sulla storia e la creazione artistica, senza dimenticare il rapporto tra il sacrificio di Cristo e le sofferenze dell'umanità contenporanea. Dai 16 anni in su, tenendo conto di una scena "punitiva" particolarmente cruda.
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