Il Concerto [Le Concert - 2008 - 119 min.]

Un applauso alla fine della proiezione in un multisala di Parigi è un fatto raro, ma la dice lunga sull'entusiamo degli spettatori - una folla - che sta apprezzando l'ultimo film di Radu Mihaileanu. Ed è una bella sberla alla critica onniscente francofona e anglofona (quest'ultima ha praticamente ignorato il film). D'accordo che dal punto di vista cinematografico non sia un capolavoro. Ma si esce dalla proiezione con un senso di leggerezza e di fiducia nella vita che ci vorrebbe un film cosi ogni settimana.
Dai contrasti tragici e comici della Mosca di oggi, emerge un direttore d'orchestra, un grande, deciso a prendersi una rivincita sulle umiliazioni imposte dal regime comunista.  Al dolore e alle cicatrici dell'oppressione, il regista contrappone la stravaganza e lo scherno.  Il rapporto con l'amministrazione del teatro Chatelet a Parigi, dove la "falsa" orchestra del Bolchoï deve suonare, è caricaturale al massimo.  Ma dalla derisione e la grossolanità emerge poco a poco "la somma armonia" nel rapporto tra violino e orchestra del concerto di Tchaikovsky. Armonia tra culture diverse. Ma soprattutto - e mi sembra l'aspetto geniale del film - somma armonia tra il primo violino e il direttore d'orchestra, quindi tra passato e presente, tra uomo e donna.
Sono tanti gli spunti per un dialogo dopo il film che si presta, tra l'altro, a introdurre i giovani alla musica classica.